5 settembre 2011

Trieste asburgica

Il periodo d'oro iniziò nel 1719 quando l'Imperatore austroungarico Carlo VI° conferì alle città di Trieste e di Fiume-Rijeka lo status di libero porto imperiale.
Durante l'intermezzo napoleonico fece parte delle province illiriche ma tornò presto alla monarchia asburgica, perdendo però lo status di porto franco. Dopo la sconfitta di Napoleone ed a rivoluzione industriale avviata, la città divenne il fulcro del litorale austriaco (Küstenland) mentre qualcosa d'analogo succedeva nel litorale ungherese con Fiume-Rijeka.
24 giugno 1911: varo della corazzata imperiale Viribus Unitis.
La nave, orgoglio della flotta asburgica, venne poi affondata dagli
italiani a Pola il 1° novembre 1918 (vedi sito L'inkiesta.it).

Cartolina asburgica del sobborgo triestino di Aurisina. Sotto gli
Asburgo le diverse nazionalità conservavano il diritto all'uso
della propria lingua. 


👉Gli asburgici restituirono a Trieste il rango di libera città, e durante l'intero secolo la città continuò a svilupparsi e si affermò come il più importante porto imperiale. Nel 1857 venne costruita la ferrovia che collegava Trieste con Vienna e nel 1867 la città fu elevata al luogo di capoluogo dell Litorale Driatico (Adriatisches Küstenland).
👉All'inizio del Novecento era una città cosmopolita, moderna, commerciale e industriale ad un tempo, ben inserita nel clima culturale del periodo. La borghesia cittadina e i ceti impiegatizi erano prevalentemente italiani mentre il retroterra contadino era prevalentemente slavo. Una divisione etnica e di classe foriera di gravi problemi. Nel gruppo etnico italiano il nazionalismo crebbe e assunse le vesti dell'irredentismo, che rivendicava l'unione al Regno d'Italia. Da parte sua il gruppo etnico sloveno, che era in piena ascesa demografica anche a causa dell'urbanesimo indotto dallo sviluppo industriale e commerciale diede vita a movimenti identitari e nazionalisti, per allora confinati per lo più in ambito letterario e culturale.
👉Dopo la prima guerra mondiale, che dissolse l'impero asburgico, la città passò al Regno d'Italia e perse la sua tradizionale autonomia comunale. Interrotto il legame con l'Impero, la città si trovò priva del suo tradizionale retroterra economico, che rimase all'Austria e al Regno dei Serbi. A partire dalla crisi delle attività portuali, l'intera economia cittadina rapidamente decadde.

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