27 febbraio 2015

Una carta etnica dell’Impero Austro-Ungarico

Qui in Italia si è portati a pensare che l'Istria e la Dalmazia siano state "italiane da sempre". Ma non è proprio così.
Künstenland
La Künstenland austroungarica in un atlante inglese del 1911. In giallo i
territori a maggioranza italiana.
Quando i Balcani si affacciavano alla civiltà industriale gli italiani erano la maggioranza nell'Istria occidentale (che rimane tuttora la parte a maggiore densità italiana della piccola penisola) nonchè in una piccola striscia che va Gorizia a Monfalcone e il territorio cittadino di Trieste.
Tutto il resto era a maggioranza slava, compreso il territorio di Fiume (nei calcoli di parte italiana veniva implicitamente escluso il sobborgo di Susak, che era slavo).
In questo atlante inglese del 1911 Venezia e Trento appaiono col loro nome anglicizzato (Venice e Trent) mentre le grandi città della Künstenland austroungarica appaiono col loro nome in lingua corrente: Trieste, Fiume, Pola, Zara, Spalato, Ragusa e Cattaro. Su Fiume va detto che sotto il Regno d'Ungheria il nome ungherese era appunto Fiume. Rijeka arrivò più tardi, col passaggio alla Jugoslavjia.

2 commenti:

  1. Due parole sulle politiche anti italiane della vecchia cara Austria no?

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    1. Dopo i moti del 1848 l'Austria adottò politiche di contenimento delle spinte nazionaliste e nazionalitarie un po' ovunque. L'obiettivo erano gli irredentisti, i figli "contestatori" delle diverse borghesie nazionali: italiani in Trentino e Istria, cechi, sloveni, croati lungo il litorale. In quegli anni l'impero "cambiò di cavallo" favorendo i croati a danno degli italiani, perche i croati e gli sloveni erano considerati meno pericolosi probabilmente perchè, pur prevalendo come numero, erano in minoranza fra le classi abbienti.

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