21 marzo 2018

Gli odori della vecchia Fiume

"Odori di casa: non avevamo supermercati asettici con aria condizionata. Entrando in un negozio di generi commestibili e coloniali (non sempre bene illuminati) ci veniva incontro un effluvio di tanti aromi, salumi appesi ai ganci, prosciutti, salami, cotolette di maiale affumicate, baccalà secco, formaggi diversi, mortadella, lardo, sardelle salate stivate in un barile, pezzi bianchi di sapone marsiglia."
Fiume Rijeka
L'angolo fra Via Carducci e via De Ciotta oggi. L'edificio al centro ospi-
tava "Le salumerie dei Masè in via Carducci, angolo via Ciotta e sotto la
Torre"
. La "Torre" in questione altro non è che il cosiddetto neboder (il-
grattacielo), la grande torre modernista costruita sotto il fascismo, che in
foto esibisce oggi la scritta "Poliklinika pro vita".
Rijeka Bagno Quarnero
"Odore delle passatoie di fibra di cocco, distese sui tavolati e le scale del
Bagno Quarnero, sempre bagnate di acqua salata, che si asciugavano sot-
to il sole di agosto."
 Era il bagno pubblico comunale.
Nel suo "Ricordi fiumani e ciacolade" Giulio Scala sa far rivivere le atmosfere anteguerra di una città dove gli stili di vita contadini si incuneavano nel tessuto urbano e sopravvivevano fra i palazzi della modernità fascista. Erano quelli gli odori di casa per gli abitanti dell'enclave italiana circondata da terre slave. Ricordi struggenti.
"Un misto di odori domestici di casa di una giovinezza interrotta.
I luoghi: il negozio del Banelli, sul Giro di Belvedere, angolo via Nicolò Host (chi era costui?).
I negozi del Panbianco: il vecchio in via Belvedere, angolo via Vasari; il nuovo, in Casa Copetti.
sparghert
El sparghert, ossia la cucina economica (dalla parola composta tede-
sca SPAR-HERD da sparen, risparmiare e Herd, focolaio. In slove-
no si usa comunemente la parola šporget (la š si pronuncia come la
"sc" di sciare) che potrebbe forse derivare dalla parola šparati (ri-
sparmiare).  "Quasi mi  dimenticavo un importante odore della no-
stra infanzia, quello delle croste di parmigiano, che arrostivano sul-
la piastra del sparghert."
Le salumerie dei Masè in via Carducci, angolo via Ciotta e sotto la Torre: Moravecz in Corso, noto per il suo caffè che venivano a comperare anche da Oltreponte; le nostre
pasticcerie piene di allettanti profumi di pastecreme,
lovran volosko promenade
"Il profumo di salmastro delle alghe con la bassa marea, sugli scogli di
tutta la passeggiata a mare di Volosca, Abbazia e Laurana."
Krapfen e torte Dobosz.
Il piacevole odore delle castagne arrostite, che si comperavano in città per strada, e il profumo dei mussoli caldi nel loro sugo, venduti in Cittavecchia sui banchetti illuminati dalla fiamma di carburo al prezzo di 50 centesimi di lira per una ciotola di legno piena. Odore delle passatoie di fibra di cocco, distese sui tavolati e le scale del Bagno Quarnero, sempre bagnate di
sempre bagnate di acqua salata, che si asciugavano sotto il sole di agosto.
Il profumo di salmastro delle alghe con la bassa marea, sugli scogli di tutta la passeggiata a mare di Volosca, Abbazia e Laurana.
Odore di scovazze bruciate, passando in bicicletta per la curva delle tonnare a Preluca, e penetrante odore di petrolio greggio, passando con il tram lungo la Romsa.
L’intenso profumo di incenso durante le funzioni nella chiesa dei Cappuccini.
Tipico odore nelle aule delle scuole elementari, odore di chiuso e di inchiostro che si seccava nei calamai di vetro verde scuro, di bambini poco lavati.
Odori di Fiume, dove siamo nati e dove i nostri nonni riposano nella valletta del cimitero di Cosala, odorosa di cipressi e lauro.
Quasi mi dimenticavo un importante odore della nostra infanzia, quello delle croste di parmigiano, che arrostivano sulla piastra del sparghert."

Giulio Scala, Pasqua 2011
(Tratto dal libro "Ricordi fiumani e ciacolade" di Giulio Scala
cristinascala@hotmail.com)

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